L’idiota by Fëdor Dostoevskij

L’idiota by Fëdor Dostoevskij

autore:Fëdor Dostoevskij [Dostoevskij, Fëdor]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2015-09-09T16:00:00+00:00


XII

Erano le sette del pomeriggio e il principe stava per recarsi a passeggiare nel parco. A un tratto Lizavèta Prokòf’evna, da sola, gli si presentò davanti sulla veranda.

“In primo luogo,” prese subito a dire, “non azzardarti nemmeno a pensare che io sia venuta a chiederti scusa.Sciocchezze! È stata interamente colpa tua.”

Il principe non disse nulla.

“Ti riconosci colpevole o no?”

“Tanto colpevole quanto lo è lei. Del resto, né lei né io siamo colpevoli di nulla, almeno intenzionalmente. L’altro ieri pensavo ancora di essere colpevole, ma adesso sono giunto alla conclusione che non è così.”

“Ah, dunque è così che la pensi! Ebbene, siediti e ascoltami, perché io non ho intenzione di restare in piedi.”

Sedettero entrambi.

“In secondo luogo: non voglio sentire neppure una parola su quei maligni ragazzacci! Voglio restare qui a parlare con te solo per dieci minuti; sono venuta per avere un’informazione (e tu t’immaginavi chissà che cosa, eh?), ma se tu alluderai con una sola parola a quegli sfacciati ragazzacci, io mi alzerò e me ne andrò, e troncherò con te una volta per tutte.”

“Sta bene,” rispose il principe.

“Permetti una domanda: è vero che, due mesi o due mesi e mezzo or sono, verso Pasqua, hai scritto una lettera ad Aglàja?”

“S-sì, l’ho scritta.”

“E con quale scopo? Che c’era scritto? Fammela vedere!”

Gli occhi di Lizavèta Prokòf’evna scintillavano; la generalessa quasi tremava dall’impazienza.

“La lettera io non ce l’ho,” rispose il principe, stupito e terribilmente intimidito. “Se esiste ancora, la deve avere Aglàja Ivànovna.”

“Non fare il furbo con me! Cosa le scrivevi?”

“Io non faccio il furbo e non ho paura di niente. Non vedo nessuna ragione per cui non avrei potuto scriverle...”

“Sta’ zitto! Di questo parleremo dopo. Cos’avevi scritto in quella lettera? Perché sei arrossito?”

Il principe rifletté per qualche istante.

“Io non conosco i suoi pensieri, Lizavèta Prokòf’evna; tutto quello che capisco è che questa lettera non le piace affatto. Converrà anche lei che avrei potuto rifiutarmi di rispondere alle sue domande; tuttavia, per dimostrarle che non ho nessun timore, che non rimpiango di averla scritta e che non ne arrossisco affatto (a questo punto, il principe arrossì il doppio di prima), le reciterò quella lettera, giacché mi sembra di ricordarmela a memoria.”

Ciò detto, il principe recitò la lettera quasi parola per parola così come l’aveva scritta.

“Che scempiaggine! E secondo te che cosa potrebbe significare tutta questa sciocchezza?” chiese in tono brusco Lizavèta Prokòf’evna dopo averlo ascoltato con estrema attenzione.

“Non potrei dirlo esattamente neanch’io; so soltanto che il mio sentimento era sincero. Laggiù mi capitava ogni tanto di avere dei momenti in cui mi sentivo pieno di vita e di straordinarie speranze.”

“Che genere di speranze?”

“Mi è difficile spiegarlo, ma certo non del genere di quelle a cui lei probabilmente pensa... delle speranze... be’, sì, insomma delle speranze in un avvenire felice, anche per il fatto che là, forse, non mi sentivo più un estraneo, uno straniero. Improvvisamente fui molto contento di trovarmi in patria. E così, in una bella mattina di sole, ho preso la penna e le ho scritto quella lettera; perché proprio a lei, non lo so.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.